Memento (Dutch Edition) by Emelie Schepp & Corry van Bree

Memento (Dutch Edition) by Emelie Schepp & Corry van Bree

autore:Emelie Schepp & Corry van Bree [Schepp, Emelie & Bree, Corry van]
La lingua: nld
Format: epub
Tags: General, Mystery & Detective, Fiction, Thrillers
ISBN: 9788858774182
Google: zYegDQAAQBAJ
Amazon: B0119VBFPM
editore: De Fontein Romans & Spanning
pubblicato: 2015-11-06T00:00:00+00:00


DOMENICA 22 APRILE

Jana Berzelius si svegliò supina con la mano destra serrata a pugno. Pian piano cominciò a distendere le dita rattrappite. Chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi.

Il sogno era stato diverso: nell’immagine c’era qualcosa che non aveva mai visto prima. Ma non riusciva a ricordare cosa fosse.

Mentre le dita lasciavano il palmo, la donna premette l’altra mano sulla parte superiore dell’avambraccio, per alleviare il dolore. Un’unghia aveva calcato così forte contro la pelle che l’aveva forata. Il sangue era colato sul pollice e poi si era coagulato formando una sottile striscia rosso scuro.

Jana si tirò faticosamente fuori dal letto, ancora con la mano sinistra stretta intorno all’avambraccio. Andò in bagno e sciacquò via il sangue. Le prudeva la schiena, il sudore le si era asciugato addosso e quando si grattò le spalle sentì un brivido in tutto il corpo.

Fuori il vento sibilava e la pioggia martellava contro il vetro. Jana si chiese che ora potesse essere. L’oscurità rendeva impossibile distinguere se fosse ancora notte o mattino presto.

Tornò in camera e si sedette sul bordo del letto.

Il piumone era come sempre ammonticchiato sul pavimento. Mentre si allungava per raccoglierlo cercò nuovamente di ricordare quale fosse l’elemento nuovo che aveva visto in sogno.

Si rimise sdraiata e chiuse gli occhi. Le immagini tornarono subito. Il viso. Il viso con la cicatrice, e la voce che le gridava contro. L’uomo la teneva ferma. La prendeva a pugni. A calci. E poi gridava di nuovo.

Le stringeva forte la gola, non la faceva respirare. Lei lottava per liberarsi, per far entrare un po’ d’aria nei polmoni, per sopravvivere. L’uomo rideva di lei. Ma lei non si arrendeva. Aveva un solo pensiero: non arrendersi mai. E proprio mentre stava per perdere conoscenza vide il dettaglio che prima non c’era.

Una catenina.

Una catenina lucente e scintillante giaceva accanto a lei. Si sporse per raccoglierla. C’era scritto qualcosa sopra.

Un nome.

Mamma.

Poi divenne tutto nero.

Jana si mise a sedere e tirò subito fuori i quaderni che aveva nel comodino. Li afferrò con violenza e li gettò tutti sul letto. Poi li sfogliò avanti e indietro, pagina per pagina, per vedere se trovava qualche immagine della catenina. Ma cercò inutilmente. Allora si mise a fare una cosa che non faceva da secoli.

Trovò una pagina vuota, prese una penna e cominciò a disegnare.

***

Henrik Levin era rimasto sveglio gran parte della notte a rimuginare sull’indagine.

Alle sei si alzò, preparò il caffè e fece colazione con una tazza di yogurt e una banana a fettine. Asciugò il piano della cucina e il tavolo per ben due volte. Poi si lavò i denti e andò a svegliare Emma per dirle che avrebbe dovuto sprecare un’altra giornata festiva a lavorare. Appena aprì la porta per uscire sentì i bambini che si svegliavano e si affrettò a chiudersela alle spalle per risparmiarsi la vista di ulteriori facce deluse.

Una pista su cui aveva riflettuto durante la notte e che gli sembrava plausibile era la droga che la scientifica aveva trovato al porto. Sarebbe stato necessario setacciare la zona, come pure interrogare al più presto gli impiegati portuali.



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